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Dal G7 promesse sul clima, “i Grandi” le rispetteranno?

Il meeting del G7 che si è appena concluso in Cornovaglia è stato un’ulteriore occasione per discutere di ambiente. Lo hanno fatto i leader mondiali presenti all’incontro insieme al divulgatore scientifico David Attenboroug. Lo ha fatto l’artista Joe Rush con la sua megascultura Mount Recyclemore. E lo ha fatto Greta Thumberg con un post su Instagram. Sul tavolo dei lavori l’impegno a salvaguardare il nostro pianeta e attivare misure che aiutino a ripristinare la biodiversità.

Sembra che quello ambientale sia un tema che, ultimamente, ritorna. Mai come ora stiamo prendendo cosapevolezza di quanto l’umanità nel corso degli anni abbia rovinato il nostro Pianeta. Isole di plastica che galleggiano nel mare, ghiacciai che si sciolgono, coralli che spariscono, specie animali che si estingtuono, insieme a tanti altri, sono scenari che conosciamo ormai tutti. È un dato di fatto che se non si prendono provvedimenti nel 2050 il mondo non sarà più quello che vediamo ora. Non c’è posto dove non si incontrino rifiuti. Spiagge, parchi, strade e mari sono pieni di scarti dell’uomo. A farla da padrona la plastica, un materiale nato, appunto, per resistere nel tempo. L’inquinamento provocato dalle nostre attività pone il Pianeta in serio pericolo.

Già prima dell’inizio dei lavori i media, tra le notizie riguardanti l’incontro, avevano iniziato a parlare di ambiente. Infatti nei pressi della location, il Carbis Bay Hotel, l’artista Joe Rush ha installato una megascultura fatta con rifiuti tecnologici. Il soggetto? I volti dei leader presenti su imitazione del famoso Monte Rushmore del Sud Dakota. Con un gioco di parole l’opera è stata intitolata Mount Recyclemore, “Monte Ricicla di più”. Una provocazione? Può essere. 

Nella giornata di Domenica 13 Giugno, poi, i 7 Grandi, assieme ai leader di  Unione Europea insieme a Australia, India Corea del Sud, Sudafrica e allo scienziato David Attenboroug, invitati per l’occasione, hanno discusso su quali misure adottare per aiutare tutto l’ecosistema. Quello che è emerso è il concorde impegno per rilanciare un economia più sostenibile attraverso strategie a lungo termine che tengano in considerazione l’impatto ambientale. Degni di nota, tra le varie proposte, sono la mobilitazione di circa 100 miliardi all’anno di investimenti pubblici e privati per aiutare le economie emergenti nella svolta green e il lancio da parte dell’UK del Blue Planet Fund, un fondo di 500 milioni di sterline per proteggere l’ambiente marino, limitare la pesca non sostenibile e ristabilire l’ecosistema costiero. La chiusura dei lavori ha visto la promessa di riprendere gli argomenti trattati alla CoP26, la 26° conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, prevista a novembre a Glasgow.

 

Nella stessa giornata non è mancato il commento via Instagram di Greta Thumberg, che non è sembrata molto soddisfatta delle discussioni e del comportamento dei leader politici. La paura di Greta, come quella di altri, è che probabilmente tutti quelli messi in programma siano solo “impegni climatici vuoti e ripetizione di vecchie promesse non mantenute”. Speriamo, cara Greta, che le azioni dei “grandi” vadano nella direzione di aiutare il Pianeta con scelte più green anche nel quotidiano, come iniziare a non bere più da bottiglie in plastica e passare all’acqua di casa. Ci vorrà ancora del tempo perché, come diceva il Piccolo Principe, “bisogna sempre spiegargliele le cose ai grandi”.

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