Quando il giro d’Italia diventa una corsa tra i rifiuti
18 Aprile 2018
Ancora brutte notizie dalle acque in bottiglia
20 Giugno 2018

Allarme PFAS: il cerchio dei comuni si allarga

I comuni dell’area rossa PFAS passano da 21 a 30. Anche  Orgiano, Agugliaro e Val Liona (Vicenza), Borgo Veneto, Casale di Scodosia, Lozzo Atestino, Megliadino San Vitale, Merlara e Urbana (Padova) non possono più stare tranquilli. Pure la zona arancione e gialla allargano il loro raggio. Un inquinamento quindi destinato a espandersi. Insieme a questo nuovo allarme, viene annunciato anche l’anticipo dell’eta di screening. Si abbassa quindi da 15 a 9 anni. Intanto continuano i potenziamenti di filtrazione idrica.

Un inquinamento senza fine. Quando 40 anni fa la Miteni, azienda responsabile dell’inquinamento PFAS ha cominciato a riversare nelle falde gli scarichi delle proprie lavorazioni, non ha pensato che tali sostanze non si sciolgono in acqua e che l’acqua scorre. L’elemento vitale per eccellenza non sta mai fermo. Nel suo percorso viene a contatto con componenti che porta con sé. Quello che viene gettato in un luogo sicuramente arriverà in un altro. Avviene così che un inquinamento attraverso le falde non è mai circoscritto alla zona da dove parte. Ecco quindi che a oggi i comuni della zona rossa sono diventati 30.

Lavori sulla rete idrica. Tra gli interventi per le zone colpite continuano i potenziamenti di filtrazione sulla rete idrica. I lavori prevedono l’installazione e la manutenzione di filtri in grado di diminuire la concentrazione di PFAS nell’acqua. Uno dei cantieri appena completati è la centrale di produzione idrica di Madonna di Lonigo (Vicenza), gestita dalla società Acque Veronesi, che è stata potenziata con altri 10 filtri carbone attivo (GAC) che vanno ad incrementare il lavoro di  5 filtri rapidi a sabbia  e ai 10 filtri GAC precedenti.

Soluzioni efficaci a partire dal domestico. Se a livello pubblico qualcosa comincia già essere fatto. C’è chi nel privato ha deciso di tutelarsi. Sono molte infatti le famiglie che hanno deciso di installare un sistema di filtrazione in grado di abbattere la concertazione di PFAS nell’acqua potabile. Di grande affidabilità sono i prodotti del brand Profine® che propone due soluzioni: il Kit PFAS e ZERO. Il primo è composto da  due filtri che lavorano in serie e rimuovono odori, sapori indesiderati e i composti Perfluoroalchilici grazie alla resina dedicata ai PFAS. Il secondo, Disegnato da Odo Fioravanti e vincitore della Menzione d’Onore al Compasso d’Oro e dell’IF Design Award, usa la tecnologia dell’osmosi inversa per rimuovere gli ospiti indesiderati.

Se quindi l’allarme resta e l’inquinamento continua a espandersi, le soluzioni cominciano a essere punti fermi nell’incertezza della preoccupazione.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *