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Quando il giro d’Italia diventa una corsa tra i rifiuti

La bicicletta è sicuramente un mezzo di trasporto green. Lo è ancora di più quando viene utilizzata per pulire le strade. Lo sanno bene Roberto Cavallo e Roberto Menicucci. Quasi 1000 chilometri in 8 giorni e sacchi d’immondizia da riempire. Da Bari a Chioggia per raccogliere tutto quello che viene lasciato nell’ambiente. Il messaggio? Bisogna contrastare l’abbandono dei rifiuti e chinarsi a pulire. Tutto quello che viene messo nell’ambiente ci resta per anni. Imparare a crearne meno è una cosa che tutti possono fare. Si comincia con il consumo consapevole e si finisce con la raccolta differenziata.

L’impresa. Da mercoledì 12 aprile 2018 il “rifiutologo” e divulgatore ambientale Roberto Cavallo e il triatleta, nonchè personal trainer Roberto Menicucci sono partiti in bicicletta da Bari per raggiungere Chioggia. Durante il percorso si fermano per raccogliere quello che l’inciviltà ha lasciato sulle strade. È capitato a tutti di fare attività fisica all’aria aperta, e di accorgersi che le vie del Bel Paese ospitano scarti inorganici in mezzo alla natura. Non c’è posto dove non si vedano rifiuti abbandonati. “Keep clean and ride” vuole quindi essere un’iniziativa per far prendere coscienza di quanto l’ambiente sia in pericolo. Un percorso lungo 969 chilometri che attraversa l’Italia dei rifiuti. L’ultima tappa è domani a Chioggia.

Predomina la plastica. In soli quattro giorni di tragitto sono stati raccolti già 3 tonnellate di rifiuti. La maggior parte è plastica. Il mondo ne è pieno. La sua resistenza si trasforma in inquinamento e degrado perenne. Una bottiglia di questo materiale può restare nell’ambiente anche un secolo. È sotto gli occhi di tutti, ma pochi decidono di cambiare rotta per avere un mondo più pulito. Se non si può ridurne il consumo basterebbe gettarla negli appositi cassonetti. Sembra invece più facile lasciarla dove ci si trova. Non importa se è un parco, il ciglio di una strada o un bosco.

La situazione è preoccupante. La quantità raccolta dai due ciclisti in così poco tempo, dimostra quanto ci sia ancora da lavorare. Se pensiamo che tale ammontare è relativa solo alle zone percorse, immaginate quanta immondizia abbandonata solo nel territorio italiano senza contare i mari. Continuando così le generazioni futuri non vedranno più la natura ma solo rifiuti. La realtà descritta dal film di animazione Wall-e del 2008 non è poi tanto lontana. E non dovremmo nemmeno aspettare il 2105 per vedere dei robottini che lavorano per pulire una Terra-discarica mentre gli umani sono in vacanza in altri pianeti.  Dobbiamo agire concretamente.

Agiamo già nel quotidiano. Ripudiare la plastica non è possibile e non serve. Basta solo sceglierla solo quando non si può farne a meno. Una volta che ce l’abbiamo in mano, non gettiamola dove capita. Ricicliamola. Non utilizziamo oggetti inutili. Ad esempio, le bottiglie d’acqua. Che senso riempire la casa di bottiglie di plastica quando possiamo semplicemente aprire il rubinetto? L’azienda Profine, che si occupa di migliorare l’acqua di casa non si stancherà mai di ripeterlo. L’ambiente ha un bisogno enorme di essere rispettato. L’iniziativa “Keep clean and ride” è un buon esempio da seguire. Facciamo attenzione ai nostri gesti e se “inciampiamo” in un rifiuto lasciato a terra raccogliamolo.

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