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QUANDO I BATTERI VENGONO IMBOTTIGLIATI

È un dato di fatto: agli italiani l’acqua in bottiglia piace. Molto spesso l’acquisto di pesanti casse d’acqua deriva dal non fidarsi di quello che esce dal rubinetto. Diciamoci la verità, l’acqua è un elemento vivo che nel suo percorso dalla falda a casa nostra può incontrare sostanze poco piacevoli. Molto meglio quindi una bella bottiglia confezionata in ambiente sterile. Come ci spieghiamo quindi che lotti di bottiglie vengano ritirate dal mercato perché contenenti batteri come Pseudomonas aeruginosa.? Non è meglio quindi bere l’acqua di casa nostra? Grazie alle analisi periodiche dell’acquedotto e al giusto trattamento a casa possiamo essere sempre sicuri delle caratteristiche dell’acqua che esce dal nostro rubinetto. Possiamo dire la stessa cosa dell’acqua in bottiglia o ci fidiamo solo di quello che viene scritto nell’etichetta?

Dopo la Sant’Anna ora tocca a Cutolo Rionero ed Eurospin Blues. A inizio anno importanti quantità di acqua Sant’Anna sono state ritirate dal mercato perché presentavano tracce di acqua ossigenata e  acido acetico. Fresca di giornata arriva la notizia che i lotti LR7248C, LR7249C, LR7250C, LR7251C, LR7252C, LR7253C, LR7254C e LR7255C con date di scadenza al 05/09/2018, 06/09/2018, 07/09/2018, 08/09/2018, 09/09/2018, 10/09/2018, 11/09/2018 e 12/09/2018 delle marche Cutolo Rionero ed Eurospin Blues contaminati dal batterio Pseudomonas aeruginosa. Un elemento patogeno che può creare danni a diversi tessuti e organi del corpo. Le più comuni infezioni sono quelle a livello polmonare e urinario.

L’acqua in bottiglia non subisce trattamenti. Le acque minerali vengono prese da sorgenti già “pure” all’origine e poi imbottigliate in ambiente sterile. Nonostante la credenza popolare sia quella che all’acqua in bottiglia vengano aggiunte sostanze per farla durare nel tempo, non è così.  Può stare anni nella bottiglia perché si parte da un’acqua che non presenta originariamente inquinamenti batteriologici e che poi viene “lavorata” in ambiente sterile. Capita però, come nel caso delle marche sopracitate, che o all’origine o durante la lavorazione possa incontrare sostanze indesiderate come il batterio Pseudomonas aeruginosa. Sostanze che finiscono nel nostro bicchiere. Anche nell’acqua di casa può esserci questo rischio ma le analisi più frequenti rispetto all’industria e il giusto trattamento la rendono più sicura. Infatti il decreto legge 105/92 sulle acque minerali prevede un controllo obbligatorio ogni due anni. Di contro il 31/2001 per gli acquedotti stabilisce che i controlli siano effettuati almeno una volta alla settimana. Ecco perché l’acqua di casa nostra è più controllata.

Se non  ci fidiamo del rubinetto basta fidarsi degli esperti dell’acqua. L’acqua dell’acquedotto è quindi più sicura. Ma chissà cosa succede quando dall’acquedotto poi arriva al rubinetto. Nella maggior parte dei casi: nulla. Anche perché l’acqua della rete idrica viene clorizzata per cui è difficile che i batteri possano sopravvivere con tali concentrazioni di cloro. Se comunque non fossimo ancora sicuri, basta affidarsi agli esperti dell’acqua. Aziende in grado di darci la giusta soluzione. Una tra queste l’azienda Profine® offre prodotti da sottolavello e filtri facili da usare che rendono l’acqua sicura e buona. Ad esempio il kit di ultrafiltrazione Profine® Gold, oltre a eliminare odori e sapori indesiderati, riduce il cloro ed è  in grado di impedire il passaggio di più del 99,9999% di batteri e di alcuni virus.

Ricordate non tutto quello che è sigillato è sicuro. Meglio bere un’acqua fresca, viva  e che zampilla dal nostro rubinetto di cui conosciamo l’origine ed eventualmente le caratteristiche attraverso analisi periodiche piuttosto di avere l’incertezza di cosa succede aprendo una bottiglia di acqua “morta”.

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