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Roma rischia il blocco idrico

Roma è in emergenza idrica. Nella capitale è allarme siccità. Cala il Tevere e il lago di Bracciano pure. Non c’è acqua non si può prelevarla e la città di Roma rischia di rimanere a secco. Chiudere i rubinetti non è una soluzione. Anzi secondo gli esperti i tubi andrebbero in depressione con il rischio di “pescare” acqua sporca e inquinata. Quando l’acqua manca ormai è troppo tardi bisogna prevenire. Come? Facciamo attenzione a quello che consumiamo.

Ogni nostra attività consuma acqua.  Quando mangiamo, ci vestiamo o usiamo oggetti stiamo consumando acqua. Non c’è processo industriale che non abbia bisogno d’acqua. Pensate che anche a diversi tipi di alimenti corrispondono quantitativi idrici differenti. Nessuna industria è esclusa dal consumo d’acqua soprattutto quella d’acqua in bottiglia dove oltre al contenuto, bisogna produrre anche il contenitore. Pensate che per produrre la quantità di bottiglie che una famiglia beve in un anno servono 745 litri di acqua. A tutto questo si aggiungono tutte le altre quantità della vita quotidiana. Consumo di oggetti compresi.

Il cambiamento climatico incide sulla scarsità d’acqua. Oltre al consumo d’acqua diretto, la mancanza dipende dal cambiamento climatico globale dovuto alle attività dell’uomo. La CO2 aumenta. L’effetto serra diventa sempre più evidente. Le stagioni hanno perso la loro tipicità. Il clima sembra impazzito. Anche qui bere l’acqua in bottiglia non aiuta. Ogni famiglia con questa abitudine ne produce 180 kg all’anno. E quando l’acqua manca ormai bisogna sperare almeno che piova e parecchio.

Chiudere i rubinetti potrebbe non essere la soluzione giusta. Se la situazione non migliora si va verso il razionamento dell’acqua. I cittadini di Roma dovranno chiudere i propri rubinetti per 8 ore al giorno. Questo però potrebbe creare dei danni alla rete idrica. Come spiega Catello Masullo (ingegnere idraulico e docente universitario),  in un recente articolo su AdnKronos , con la turnazione idrica ci sarà la possibilità che i tubi vadano in depressione e comincino a succhiare acqua dal terreno circostante. Acqua al di fuori della rete che non è controllata. Un’alternativa è rappresentata dalla captazione dell’acqua da fonti diverse. Le conseguenze sarebbe l’impoverimento delle risorse idriche romane.

In uno stato d’emergenza le decisioni da prendere sono sempre difficili. Qualsiasi sia quella che si scelga ci saranno sempre delle conseguenze da tenere in conto. Se tutti adottassimo uno stile di vita più green a partire dal passare all’acqua di casa queste decisioni non dovremmo neppure affrontarle.

 

 

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