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Acqua del rubinetto: fate attenzione a come renderla più buona

Finalmente gli italiani apprezzano l’acqua del rubinetto. Un’inversione di marcia per uno dei primi consumatori al mondo di acqua in bottiglia. Il 44% degli italiani beve l’acqua di casa propria e il 72% la preferisce. Il trend positivo arriva da ragioni green, economiche e di comodità. Molti per migliorare l’acqua di casa usano dei sistemi. Per la scelta ci si affida al web, cadendo così in metodi poco efficaci o potenzialmente pericolosi. Facciamo chiarezza!

Caraffe filtranti. Tra i metodi più diffusi e sempre meno usati troviamo caraffe, bottiglie e borracce filtranti. Sono prodotti che presentano un filtro che dovrebbe ridurre il calcare, trattenere il cloro e alcuni metalli come piombo e rame. Se l’acqua di partenza è potabile e non presenta problemi particolari questi contenitori possono essere un aiuto se usati in maniera corretta. La porosità del carbone presente nel filtro può diventare terreno fertile per i batteri. Non è un caso che la caraffa debba essere conservata in frigo, lavata con cura e i filtri sostituiti periodicamente. Se non vengono rispettate queste regole, non solo il prodotto non esercita più la sua funzione, ma crea nuovi inquinamenti nell’acqua contenuta. Primo tra tutti quello batteriologico. Non a caso nel 2014 il pm Raffaele Guariniello ha chiesto il giudizio immediato per il legale rappresentante della Brita Italia, l’azienda che produce caraffe per depurare l’acqua del rubinetto. L’accusa è «immissione sul mercato di prodotti pericolosi».

Compresse purificanti. Molto conosciute dagli escursionisti e da chi vive in territori d’emergenza sanitaria, tra le diverse proposte troviamo le compresse purificanti. Pastiglie che contengono iodio o cloro in grado di “disinfettare” l’acqua. Un trattamento chimico da utilizzarsi solo in situazioni d’emergenza ed efficaci solo in acqua non freddissima, l’ideale è intorno ai 20°. L’uso quotidiano è sconsigliato perché gli agenti chimici all’interno possono essere tossici in grandi quantità.

Ebollizione, pietre e coni di sabbia. Nel web c’è chi consiglia di bollire l’acqua, di usare delle pietre particolari o di creare coni di ghiaia, sabbia e carbone. Niente di più sbagliato. Con ebollizione si uccidono i batteri ma non si eliminano altri inquinanti. Anzi alcune sostanze non solo non vengono eliminate, ma si concentrano grazie all’evaporazione dell’acqua. Per quanto riguarda pietre o sferette capaci di trattenere gli inquinati, la loro efficacia è dubbia. Inoltre queste restano immerse nell’acqua che si va a bere con il rischio di alterazione. C’è chi addirittura propone di creare un depuratore naturale con un cono corteccia, ghiaia, carbone e sabbia. In teoria facendo passare l’acqua attraverso i vari strati, l’acqua dovrebbe essere depurata. Ma questi materiali sono sterili? Se il carbone è un ottimo filtro, da solo non svolge l’azione batteriostatica. Sabbia e ghiaia, come tutti sanno, contengono batteri e altre sostanze.

Sistemi di filtrazione e osmosi inversa. La soluzione più seria e affidabile è sicuramente data da prodotti studiati e certificati per migliorare l’acqua del rubinetto. A seconda delle esigenze e dei problemi in tema di acqua di casa si può optare per diverse soluzioni. Il Kit Profine Silver Small è facile da installare sotto al lavello. Grazie a un filtro carbon block addizionato con ioni d’argento che elimina odori e sapori indesiderati, riduce il cloro, e ha un’azione batteriostatica. Ideale per chi vuole un’acqua buona senza toccare il residuo fisso. Per un’acqua più leggera e priva di inquinanti il top dei trattamenti è l’osmosi inversa. Ad esempio, Zero di Profine, è efficacissimo e molto green perché privo di corrente elettrica. Inoltre, rispetto ai prodotti più diffusi, è più compatto e bello da vedere grazie al design di Odo Fioravanti.

Per entrare nelle statistiche come bevitori di acqua di rubinetto, non servono soluzioni elaborate, casalinghe o poco efficaci, basta affidarsi agli esperti e saper “filtrare” anche le notizie della rete.

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