Le multinazionali dell’acqua sono arrivate all’Himalaya. È possibile cambiare questo modo di sfruttare l’acqua e i nostri territori più puri?
Il concetto di “rispetto per l’ambiente” molto spesso cozza con “multinazionali dell’ acqua in bottiglia”. Non solo per l’enorme quantitativo di plastica che viene messa nel mercato, ma anche per l’impoverimento del territorio che ci circonda. Non basta quindi adottare contenitori con meno plastica bisogna cambiare abitudini.
L’ acqua in bottiglia ruba l’acqua dell’Himalaya. Le ultime notizie arrivano dalla Cina. Qui il Tibet ha concesso l’estrazione e l’imbottigliamento dell’acqua che si scioglie dai ghiacciai dell’Himalaya alle multinazionali d’acqua in bottiglia. Un altro chiaro esempio di come l’industria dell’“ acqua in bottiglia ” non rispetti il territorio che ci circonda sfruttando l’ambiente a proprio favore.
Non solo estrazione, ma forse nuove aziende. Non è solo l’estrazione a preoccupare gli ambientalisti della regione. Infatti si ipotizza che le aziende esistenti non si limiteranno solamente a prendere l’acqua disciolta dai ghiacciai e portarla a casa propria, ma mirino a creare nuovi stabilimenti direttamente sul posto. Questo significa un aumento dell’inquinamento ambientale della regione.
La produzione di PET consuma acqua (anche a casa nostra). Oltre all’inquinamento industriale (fumi, rifiuti, petrolio…) bisogna considerare che il processo d’imbottigliamento dell’acqua consuma il triplo dell’acqua che alla fine viene venduta. Di fatto per produrre il PET utilizzato da una famiglia di 4 persone vengono impiegati 745 litri d’acqua all’anno. Se questo sembra un problema solo della Cina sappiate che l’Italia è il primo consumatore d’ acqua in bottiglia europeo e che a livello mondiale vanta un bel terzo posto con la conseguenza che anche il “Bel Paese” impoverisce sempre di più il suo territorio utilizzando acqua che potrebbe essere risparmiata.
Un territorio sempre più povero. La continua richiesta di acqua in bottiglia minaccia anche il nostro territorio. Infatti ci sono zone a rischio idrico dove le multinazionali dell’acqua si continuano a consumare sorgenti. I bacini d’acqua stanno calando sempre di più e molte sono le abitazioni senz’acqua. Se è vero che non è solo colpa dell’ acqua in bottiglia , evitarne il consumo sarebbe già un buon inizio.
Cambiare abitudini fa bene al territorio. Per aiutare il territorio che ci circonda basta fare scelte consapevoli. Ad esempio bere l’acqua del rubinetto. L’acqua di casa nostra è sicuramente la più buona. E se anche non fosse buonissima il settore dell’acqua sta facendo passi da giganti per garantire a tutti una buona acqua. Ci sono sistemi molto efficaci per dare a ogni famiglia l’acqua che desidera: liscia, leggera e frizzante. Ritornare a bere l’acqua del rubinetto è quindi la scelta giusta per rispettare il territorio che ci circonda.