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Una mamma che dice addio alle bottiglia di plastica!

La testimonianza di Valentina, insegnante e mamma di due bambini. 

Ho sempre bevuto acqua in bottiglia di plastica , rigorosamente gasata e, sinceramente, solo di recente, svuotando i molteplici sacchi di plastica della raccolta differenziata, mi sono posta il dubbio su quanto giusto possa essere stato il mio atteggiamento fino ad ora. Per me, il fatto che fosse in bottiglia, commercializzata e “microbiologicamente testata” era sufficiente evidenza del fatto che l’acqua che stavo bevendo e che facevo bere alla mia famiglia era buona. Al di fuori di questo non vedevo altri problemi. Mio marito, invece, è uno che crede ben poco a quello che le grandi aziende raccontano sulle loro etichette, e da anni predica che dobbiamo a tutti costi ridurre i rifiuti casalinghi perché diventeranno un problema irrimediabile. Ma siccome lui ha questa visione piuttosto apocalittica del fu- turo, non davo molto peso a questa continua lamentela del suo repertorio.
Recentemente mi ha parlato di questo sistema di ultrafiltrazione che si monta sotto il lavello utilizzando un apposito rubinetto che tra l’altro è prodotto da un’azienda del nostro territorio, e il binomio “acqua buona-meno rifiuti”, improvvisamente colpì una nota di grandissima rilevanza a fronte di una sensibilità che grazie ai media ed ahimè, mio marito, cominciavo a far mia. L’unica perplessità era convincere i bambini che non avremmo più avuto acqua gasata, in bottiglia, da mettere in tavola, quindi abbiamo insieme escogitato e messo in pratica uno stratagemma di questo tipo.
Mio marito torna a casa con il kit di filtrazione Profine® evangelizzando il fatto che avremmo avuto acqua fresca e buona da un rubinetto dedicato allo scopo. Quindi non acqua di rubinetto, bensì una fontanella di acqua pota- bile. A quel punto, tirato fuori un trapano, un cacciavite e due chiavi inglesi, stese queste sul pavimento di fronte al lavello, comincia ad assegna- re compiti ai bambini, spiegando che essendo un lavoro da svolgere sotto il lavello, ha bisogno di due fedeli assistenti che possano passargli gli attrezzi al momento giusto perché il lavoro riesca a regola d’arte. Questo scatena un entusiasmo ed anticipazione tra le truppe… una voglia di assaggiare il risultato del lavoro e della responsabilità che gli è stata assegnata.
Nel frattempo giunge l’ora e i bambini aspettano intrepidi la colazione del giorno dopo preparata con il thè utilizzando l’acqua (buona) della fontanella, l’acqua “che fa bene…”. Puntualmente arriva l’ora della colazione, al risveglio, le prime parole di entrambi i bambini sono: “è pronta la fontanella?” Si procede quindi alla degustazione del thè, facciamo anche la prova del “prima e dopo”, con un bicchiere di acqua di rubi- netto ed uno della fontanella dell’acqua buone. Obiettivamente, la differenza è marcata, la totale assenza di odore di cloro, il sapore neutro, è tutta un’altra acqua. Per i bambini, chiara- mente è ancora più evidente la differenza, al punto che l’acqua della fontanella diventa oggetto di desiderio, fluido dissetante dal rubinetto con la lucetta blu che indica che ciò che viene erogato è degno della sete più autorevole. Da quel giorno, l’acqua della “fontanella” è l’acqua da bere e l’acqua per cucina- re in casa nostra e, a conti fatti, un piccolo in- vestimento per noi, per il nostro portafoglio e per l’ambiente, che non dovrà più subire il nostro consumo in bottiglia di plastica.
Tutto sommato, da chi ha sempre e solo assaggiato l’acqua di bottiglia, l’acqua così filtrata è ancora più buona al palato e poi, per quel poco che io ne possa sapere sugli effetti di alcuni sali, veleni e cloro, sicuramente costituisce una formula vincente per la nostra salute. Il piacere di mettere in tavola una bella caraffa di vetro al posto di una bottiglia scricchiolante di plastica non è da trascurare nella lista dei punti a vantaggio di questo modo di bere acqua. E per concludere, capendo l’importanza dell’idratazione continua, devo dire che viene molto più naturale riempirsi il bicchiere o la bottigliata riutilizzabile al lavandino della cucina, risultando in un consumo più regolare di acqua.

Classe Acqua III

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