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Quando l’acqua in bottiglia non è una certezza

L’Acqua Sant’Anna ritirata dal mercato per contaminazione. È questa la notizia che le principali testate nazionali hanno battuto in questi giorni. Il lotto  L7012NOH con data scadenza 15 gennaio 2019 presenta alterazioni organolettiche derivate da  presenza di tracce di H2O2/CH3COOH. A dare l’allarme il sito della catena Auchan, dopo la segnalazione di alcuni clienti. Com’è possibile che venga venduto un prodotto deteriorato, e che ad accorgersene sia l’utente finale? Valutiamo insieme le possibile cause.

Cosa sono i H2O2/CH3COOH?  L’H2O2  e il CH3COOH sono due sostanze che tutti conosciamo bene. Il primo è l’acqua ossigenata, il secondo l’acido acetico (quello che conferisce il sapore acre e quel pungente profumo all’aceto). Entrambi componenti  corrosivi e dal forte odore. Quello che i clienti Auchan hanno sentito all’apertura della bottiglia.

Ecco perché può succedere! Il decreto legge 105/92 sulle acque minerali prevede un controllo obbligatorio ogni due anni. Di contro il 31/2001 per gli acquedotti stabilisce che i controlli siano effettuati almeno una volta alla settimana. È chiaro che se le analisi vengono fatte ogni due anni, in un arco di tempo così lungo, tutto può succedere! Pure di trovarsi tra le mani una bottiglia che, appena aperta, emani un cattivo odore…

La data di scadenza. Vi siete mai chiesti come mai l’acqua abbia bisogno di una data di scadenza? Il PET che contiene l’acqua è soggetto a deterioramento. La bottiglia di plastica deteriorandosi cede sostanze all’acqua. Soprattutto quando resta a contatto con l’acqua per molti anni. Ecco perché c’è bisogno di consumarla nei tempi stabiliti.  Infatti chi è abituato a bere l’acqua del rubinetto, magari microfiltrata con sistemi appositi, quando  beve l’acqua in bottiglia sente subito la differenza. A poco a poco la plastica rilascia sostanze, che danno un retrogusto con note amarognole.

Lo stoccaggio gioca un ruolo importante. Come abbiamo visto il lotto contaminato scadeva tra due anni. Ma anche se il limite di utilizzo non è passato, ci sono dei fattori che possono compromettere lo stato dell’acqua. Primo tra tutti lo stoccaggio. Nelle etichette delle bottiglie di plastica si legge: “CONSERVARE LONTANO DA FONTI DI CALORE, AL RIPARO DALLA LUCE SOLARE, IN LOCALI ASCIUTTI, PULITI E BEN AREATI.” Il processo di invecchiamento della bottiglia viene accelerato da tutto questo. Stoccare casse di plastica sotto il sole o all’umidità degrada il PET. La conseguenza è un’acqua alterata senza essere scaduta.

L’acqua di casa è più sicura, e può diventare più buona. L’acqua di casa è quindi più sicura. Il gusto però non sempre è di nostro gradimento. A volte invece non ci fidiamo di quello che potrebbe uscire dal rubinetto. A risolvere questi  “inconvenienti “, vari sistemi che la rendono più buona e priva di sostanze dannose per la salute . Ad esempio l’azienda Profine® offre sistemi al punto d’uso facili da usare e che migliorano non solo l’acqua ma anche la vita delle persone e dell’ambiente. Bere l’acqua del rubinetto permette di risparmiare, di non dover portare pesanti casse d’acqua avanti e indietro, di non inquinare per la fabbricazione e lo smaltimento delle bottiglie e di avere un bicchiere d’acqua sempre a portata di mano.

1 a 0 per l’acqua di casa. Alla luce di tutto questo, la partita viene vinta dall’acqua di casa. Sieti ancora convinti che l’acqua in bottiglia sia la certezza assoluta? A voi trarre la conclusione.

 

 

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