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Benservito al glifosato!

Allarme inquinanti sui cibi e sull’acqua che beviamo, a ribadirlo un altro servizio delle Iene. Questa volta l’incriminato è il glifosato. Il diserbante più usato al mondo in agricoltura. Ridurne l’assunzione è possibile soprattutto nell’acqua che beviamo.

I diserbanti velocizzano le lavorazioni agricole. L’avanzamento tecnologico in agricoltura ha portato a velocizzare le lavorazioni nei campi. Per i nostri nonni “diserbare” voleva dire armarsi di zappa o, per i più fortunati, di estirpatore e togliere erbacce per preparare il terreno alla semina. Ora questi metodi sono impensabili perché troppo lunghi e non duraturi, soprattutto quando il raccolto deve soddisfare le esigenze di multinazionali. Si preferisce quindi utilizzare diserbanti molto più efficaci, che “elimino il problema alla radice”. Il glifosato è il più usato. Questo erbicida dichiarato “potenzialmente cancerogeno” per l’essere umano dall’IARC, ultimamente viene introdotto già nelle sementi modificate geneticamente (ogm) per resistere all’erbacce.

Dal campo alla tavola arriva anche il diserbante. Dalle lavorazioni agricole questo inquinate passa direttamente alle nostre tavole. Lo si trova infatti in molte marche di pasta, cereali, farine, nella frutta, nella verdura e soprattutto nell’acqua. Il passaggio dal terreno alle falde acquifere è rapido. I limiti previsti dalla legge sulle quantità di glifosato tollerabile variano da alimento a alimento in base all’assunzione che ne viene fatta durante la giornata. Ad esempio la pasta ha un limite più alto di tollerabilità rispetto all’acqua. Perché se a volte possiamo saltare la pasta non possiamo certo non bere.

Tanta acqua tanto glifosato. Nel corso della giornata l’utilizzo dell’acqua a scopo alimentare supera il consumo di tutti gli altri alimenti. Pensate da quando ci alziamo al mattino fino a sera quanta acqua usiamo per fare caffè, pasta, altre cotture e bere. Una quantità enorme. Insieme all’acqua ingeriamo anche gli eventuali inquinanti in essa contenuti, come appunto il glifosato. Sia che la consumiamo fredda che calda: con la bollitura i pesticidi e gli erbicidi non vengono eliminati.

Ridurre l’assunzione di questa sostanza è possibile. Quando facciamo la spesa non possiamo avere la certezza di quanto glifosato ci sia negli alimenti. Possiamo invece conoscere se questo inquinate è presente nell’acqua di casa nostra. Attraverso un’analisi chimica dell’acqua sarà facile scoprilo. E nel caso in cui la presenza sia confermata? La soluzione è semplice. Esistono in commercio dei sistemi di filtrazione per l’acqua da bere in grado di rendere sempre buona e sicura proprio la nostra acqua di casa. L’importante è cercare prodotti che siano completamente made in Italy e soprattutto testati dall’Istituto per la Qualità Igienica Tecnologie Alimentari, l’ente terzo italiano che sperimenta e certifica tutti i beni che entrano in contatto con ciò che ingeriamo.

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